LA SCELTA

"LA SCELTA DI GIOSUE'" (Rif. Libro di Giosuè Cap.24 versi 1 a 28) Giosuè, successore di Mosè, condusse usato da Dio, il popolo oltre il Giordano. Riportò diverse conquiste da Nord a Sud della Palestina. Ricevette da Mosè la Legge di Dio scritta e della Stessa ne fece la regola della sua fede e della sua condotta, il quale fu fondamento delle sue svariate vittorie. Servire il Signore è il privilegio più grande di ogni credente e Giosuè ne comprese il valore, la necessità e l’urgenza. Infatti in questo suo discorso finale invita, con un accorato appello, il popolo a fuggire l’idolatria, e, dopo aver ricordato con quanta grazia e fedeltà Dio lo avesse condotto dalla schiavitù alla terra promessa, lo responsabilizza ad una scelta importante che avrebbe profondamente influenzato il suo futuro: "…scegliete oggi a chi volete servire.." (verso 15). Questo servo fece veramente una scelta importante e definitiva, e lo desiderava anche per il popolo del Signore. Una decisione che si rivelò come: 1). UNA SCELTA PONDERATA. "..Lungi da noi l’abbandonare l’Eterno per servire altri dei!.." (verso 16). Giosuè, manifestò che la sua scelta fu ponderata, riflessiva e li chiamò a riflettere bene sulle loro responsabilità. Era una scelta presa con coscienza, valutata con serietà, perché servire il Signore non è un atto eroico e nemmeno un passatempo, ma piuttosto, l’impegno fedele e costante nel seguire Gesù. Del resto, quel che si richiede a degli amministratori, e che siano trovati fedeli, (1°Corinzi 4:2). Occorre impegno e fedeltà in tutto quello che la Parola di Dio suggerisce: UBBIDIENZA - È sempre stata ricercata più del servizio. ZELO - L’esortazione è a non essere pigri, quanto allo zelo. TIMORE - Questo è stato richiesto già ai tempi antichi: Temete Dio; Onorate tutti e temete il Signore. UMILTA' - È una caratteristica della natura divina. Essa precede la gloria. - PERSEVERANZA - Sii fedele fino alla fine e sarai premiato. Chi avrà perseverato…sarà salvato. SANTITA' - Siamo stati chiamati ad una vita pura e santa, non a impurità. Siate santi perché io sono Santo. Questo ed altro ancora sono suggerimenti che la Parola ricorda. Tuttavia, molta gente di allora e di oggi, non ha compreso il valore di una vita vissuta al servizio di Dio e sciupato la loro esistenza terrena, il loro tempo e le loro energie, ricorrendo a beni del tutto irrisori. Non cerchiamo di guadagnare il mondo e perdere l’anima, (Matteo 6:26). Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, (Romani 6:23). 2). UNA SCELTA PRONTA. No! Noi serviremo il Signore,(verso 21). La scelta non deve essere motivata da una emozione passeggera, nè da sentimenti superficiali, ma da un sincero desiderio ed impegno che non farà indietreggiare di fronte alle prime difficoltà. A tal riguardo Gesù ricorda: se uno vuole venire…rinunci…prenda…e mi segua, ( Luca 9:23). Il mondo è contrario alla causa di Cristo perciò ogni servitore di Dio dovrà essere pronto ad affrontare prove e dolori per amore del suo Maestro. Questo popolo fu pronto a scegliere per il Signore, anche se dopo, osserviamo in Giudici, si sviò ed abbandonò Dio, dimenticandosi delle opere potenti compiute in loro favore. Quando Dio chiama a fare una scelta, dobbiamo essere pronti, rispondere con sincerità e partire adempiendo ciò che Egli desidera. *Abramo fece una scelta pronta. Dio lo chiamò a lasciare il paese pagano ed andare dove Egli l’avrebbe indirizzato. Fu pronto, senza sapere dove andasse. Quando il Signore chiama lascia ogni cosa e và. E se sei da Lui chiamato, non indugiare, vai perché Egli ti aiuterà. Daniele scelse prontamente di non contaminarsi con i cibi di Babilonia. I suoi tre amici, scelsero prontamente di non adorare la statua di Nabucadonosor. Matteo, scelse subito di seguire il Maestro che lo aveva chiamato, Gli disse: seguimi ed egli lo seguì. Paolo incontrò Gesù e Lo segui prontamente. C’è stata, invece, gente che non ha volute scegliere per Cristo: I religiosi, Pilato, il giovane ricco, ecc… ma ci sono stati altri che hanno scelto prontamente e poi si sono tirati indietro: Anania e Saffira, Dema, Alessandro il ramaio, ecc… Ma Dio ci aiuti affinchè ogni giorno possiamo essere resi capaci di fare scelte sagge e positive, e rispondere prontamente alla sua chiamata. 3). UNA SCELTA PREMIATA. Leggiamo: Poi Giosuè rimandò il popolo, ognuno alla sua eredità, v.28. La decisione ponderata e pronta, presa dal popolo di servire il Signore, fu seguita da una grande gioia e da un profondo senso di soddisfazione. Dio promette ai Suoi servitori: *Il Suo aiuto. Egli è una forza, un rifugio, un aiuto sempre pronto, ( Salmo 46:1,2). *La Sua protezione. Il Signore degli eserciti è Colui che protegge Israele, (Salmo 121). *La Sua guida. Io ti guiderò sempre, (Isaia 48:17 e 58:11). *La Sua assistenza. Egli consiglia, istruisce e sostiene, (Salmo 32:8); (Isaia 41:10 e 43:1). *Il Suo Spirito. Spanderò il mio Spirito su ogni persona, (Gioele 2:28) e (Atti 2:18). Il Consolatore, starà sempre con voi. Finchè lo Spirito Santo guiderà la nostra vita, il nostro cammino sarà agevolato. Nell’eternità, Dio rivelerà il giusto valore del servizio svolto qui in terra, che sarà ricompensato non per l’importanza che ha avuta agli occhi degli uomini, ma per la fedeltà con cui lo si è svolto. La cosa che dobbiamo sempre tenere presente è che Dio premia coloro che Lo cercano, ma anche il fatto che Egli è il Solo che ricompenserà i Suoi figlioli. Stiamo servendo il Re dei Re, il Signore della gloria, ed Egli stesso ricompenserà il servizio fedele. CONCLUSIONE: La scelta di ognuno di noi, sia quella di servire l’Iddio del cielo e della terra, ed un giorno sentiremo: Va bene, buono e fedel servitore, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del Tuo Signore, (Matteo 25:21). Una scelta ponderata e pronta, sarà premiata e l’acclamazione del cuore sarà: Vale la pena di servire il Signore! IDDIO CI BENEDICA!!!!!!

LA PREGHIERA E' DINAMITE

Un incidente soprannaturale ebbe luogo a Filey nei primi giorni del Metodismo nel 18° secolo.

 

Predicatore dopo predicatore furono mandati al villaggio, ma senza risultati.

 

Il villaggio era una base della potenza satanica ed ogni predicatore ogni volta era stato allontanato.

 

Fu deciso ad abbandonare l’idea di fondare una chiesa lì.

 

La Conferenza Metodista decise che era un compito senza speranza.

 

Appena prima che la questione fosse definitivamente conclusa, tuttavia, un predicatore di nome John Oxtoby, “Johnny che prega” come lo chiamavano, implorò la Conferenza di mandarlo a dare alla popolazione di Filey un’ultima opportunità di sentire il Vangelo.

 

Furono d’accordo e pochi giorni dopo John partì per Filey.

 

Mentre era per strada un credente che lo conosceva, gli chiese dove stesse andando.

 

“A Filey”, rispose, “dove il Signore ravviverà la Sua opera”.

 

Nell’avvicinarsi al luogo, salendo per la collina tra Muston e Filey, una visione della città gli apparve.

 

I suoi sentimenti erano così intensi che cadde sulle proprie ginocchia sotto una siepe e lottò , pregò e supplicò Dio per il successo della sua missione.

 

Un mugnaio, che stava dall’altra parte della siepe, lo sentì pregare e si fermò attonito ad ascoltare.

 

Sentì Johnny dire: “Non mi devi prendere in giro. Ho detto alle persone prima di venire che Tu avresti ravvivato la Tua opera e devi farlo o non avrò mai più il coraggio di mostrare di nuovo la mia faccia fra di loro come Tuo servo e poi, cosa diranno le persone del fatto di pregare e di credere?”

 

Continuò a supplicare e a pregare per diverse ore.

 

La lotta era lunga e pesante, ma non smetteva.

 

Fece di ogni sua debolezza ed indegnità la sua supplica.

 

Alla lunga, una certezza riempì la sua anima e si alzò in fede dicendo: “E’ fatta, è fatta, Signore. Filey è stata presa. Filey è stata presa”.

 

Ed era stata presa, non c’era alcun dubbio a riguardo.

 

Entrò in città cantando: “Rivolgetevi al Signore e cercate la Sua salvezza”.

 

Una folla di pescatori si riunì per assistere a questa strana scena.

 

Appena loro si riunirono, egli iniziò a predicare.

 

Una tale potenza accompagnò la sua predicazione che peccatori induriti iniziarono a cadere sulle proprie ginocchia, gridando a Dio di avere pietà.

 

Un’opera di Dio fu iniziata e ben presto l’intera città si riunì come testimonianza verso un uomo di preghiera che sentì la chiamata di Dio a pregare ed ubbidì.

MARITO MOGLIE E.....IL TEMPO

Il messaggio dello Spirito Santo alla sposa di Cristo nel Salmo 45 era: “Dimentica il tuo popolo e anche la casa di tuo padre” (v. 10).

 

La voce flebile e sottile stava sussurrando: “Non basta lasciarti il passato alle spalle. Devi anche dimenticare – togliere via dalla tua mente –tutti i tuoi amori e le distrazioni del passato”.

 

Il messaggero qui sta dicendo alla sposa: “Stai valutando i costi mentre ti prepari ad unirti a Lui? Oppure gli renderai solo un servizio di labbra dopo il matrimonio? Hai preso un impegno che vuoi portare a termine oppure la tua mente vaga indietro nel passato – ai vecchi amici,alle vecchie abitudini ed ai vecchi amori? Se ti impegni in questo matrimonio, non solo devi lasciarti alle spalle il passato, ma lo devi dimenticare completamente”!

 

Quando Gesù parla di qualcuno che “non rinnega tutto” (Luca 14:33), sta parlando di quelli che si allontanano da Lui e si rivolgono agli idoli.

 

Un idolo è tutto ciò che diventa l’unico obiettivo della nostra devozione – tutto ciò che possiede il nostro tempo, la nostra attenzione, i nostri soldi, il nostro amore e i nostri interessi.

 

Molti mariti possono dire giustamente di provvedere bene ai bisogni delle loro famiglie.

 

Lavorano sodo e a lungo, non sprecano i soldi e trascorrono tempo di qualità insieme alla famiglia.

 

Ma quanto tempo dedicano a Gesù?

 

Hanno un tempo che definisco in cui dimenticano tutto – un tempo in cui mettono mentalmente da parte ogni cosa, spendendo del tempo di qualità solo per Gesù?

 

È un tempo in cui bisogna mettere da parte ogni pensiero di lavoro, famiglia e figli e dire: “Questo è il tuo tempo, Gesù. Sono tuo e basta”.

 

Il problema non è il lavoro, la famiglia o la carriera.

 

Piuttosto è il “ciondolare” – cioè sprecare tempo e bighellonare qua e là.

 

Molti nel popolo di Dio trascorrono il loro tempo ciondolando – spendendo del tempo inutile con gli amici o trastullandosi davanti alla TV.

 

Sprechiamo molte ore preziose e dimentichiamo il nostro Signore e Salvatore!

 

Vorrei ora parlare alle mogli.

 

Avete dato ai vostri mariti e ai vostri figli gli anni migliori della vostra vita.

 

Lavorate sodo , siete fedeli e vi prendete ben cura della vostra famiglia.

 

Ma quanto tempo “assoluto” dedicate a Gesù?

 

Quante ore a settimana vi chiudete il mondo alle spalle e vi avvicinate a Lui?

 

Quanto deve essere geloso il Signore per tutti i nostri altri amori, per tutte le cose che fagocitano il nostro tempo e la nostra attenzione.

 

Il vecchio adagio è vero: non è il “male” il nemico del cristiano, ma il “bene”.

 

È la famiglia, la carriera, il lavoro, i figli.

 

Eppure queste cose in se stesse non si frappongono fra noi e il Signore.

 

No – è il nostro ciondolare!

 

Ma ora il Signore ci si mette davanti e ci chiede: “Mi ami più di questi?” (Giovanni 21:15).

 

RIFLESSIONE IMPORTANTE

Un uomo, che regolarmente frequentava le riunioni della chiesa, senza nessun avviso, smise di parteciparvi.

 

Dopo qualche settimana, il pastore della chiesa, decise di andarlo a trovare.

 

Era una notte molto fredda…

 

Il pastore trovò l’uomo in casa solo, seduto davanti al camino, dove ardeva un fuoco scintillante ed accogliente.

 

Indovinando il motivo della visita, l’uomo diede il benvenuto al suo pastore, lo fece accomodare su una sedia grande vicino al camino e rimase fermo, aspettando…

 

Ci fu un gran silenzio e i due uomini guardavano soltanto la danza delle fiamme intorno ai tronchi di legna che bruciavano.

 

Dopo qualche minuto, il pastore osservò le braci che si formavano e con cura scelse una di loro, la più incandescente di tutte, mettendola da un lato.

 

Tornò allora a sedere, rimanendo silenzioso ed immobile.

 

Il padrone di casa osservava con attenzione tutto.

 

Poco dopo, la fiamma della brace solitaria calò, fino a quando ci fu solo un scintillio momentaneo ed il fuoco si spense in un attimo.

 

In poco tempo, ciò che prima era una festa di calore e luce, ora era un nero, freddo e morto pezzo di carbone ricoperto da una spessa cappa di cenere grigia.

 

Nessuna parola era stata detta dopo il saluto iniziale tra i due amici.

 

Il pastore, prima di andarsene, aizzò nuovamente il carbone freddo ed inutile, mettendolo di nuovo in mezzo al fuoco.

 

Quasi subito si riaccese, alimentato dalla luce e dal calore dei carboni ardenti intorno a lui.

 

Quando il pastore fu alla porta pronto per uscire, il padrone di casa disse: “Grazie per la tua visita e per la bellissima lezione… Tornerò a partecipare alle riunioni. A presto”!

RIFLESSIONE DI ATTUALITA'

Credo che questo importantissimo versetto della Parola di Dio si possa ben collocare, a maggior ragione, nei tempi che stiamo attraversando, tempi di crisi soprattutto economica, nel campo del lavoro, in cui ditte più o meno grandi, medie e piccole, sono costrette a chiudere strozzate dalla pressione fiscale e dai debiti, molte hanno fallito, altre per non rischiare il fallimento hanno mandato i loro operai in cassa integrazione, altre aziende si sono trasferite all’estero. Conseguentemente le zone industriali che un tempo erano fiorenti, oggi sono dei cimiteri con cancelli chiusi e catenacci alle porte, che dire poi delle città o dei nostri paesi, in cui i centri storici, le vie, un tempo erano illuminate da negozi con le loro vetrine, mentre oggi molti di questi negozi hanno le saracinesche abbassate, a dimostrazione della chiusura della loro attività. Ristoranti, bar, negozi di alimentari tutti soffrono questa crisi, la gente che aveva abitudine di fare colazione al bar ora cerca di farla a casa, chi era solito andare al ristorante nel fine settimana ora le uscite sono diventate contate, per alcuni rare e altri non vanno proprio più.

La gente è tornata a fare la pasta fatta in casa, pizza, pane, ecc… insomma sembra essere tornati “indietro negli anni”, purtroppo nuovamente la miseria sta bussando a tante porte di famiglie che non se lo sarebbero di certo aspettato, non ci sono più soldi! (per lo meno per i più). Le entrate delle famiglie si sono ridotte allo stretto, alcuni addirittura si ritrovano senza più alcuna entrata avendo perso il lavoro entrambi i coniugi, di conseguenza alcuni hanno perso le loro case confiscate dai tribunali non avendo avuto più la possibilità di assolvere le rate dei mutui bancari e sempre più case sono messe all’asta, genitori in pensione già in difficoltà per le misere pensioni se riescono cercano di aiutare i propri figli rimasti senza lavoro e in alcun i casi come già detto senza più casa. Pensiamo anche a quei genitori, a loro malgrado divorziati, che avendo un lavoro per lo stretto necessario, devono comunque assolvere il loro dovere di mantenere i propri figli, e molti di loro si rivolgono a centri di assistenza per la solidarietà, come anche un numero sempre maggiore di famiglie; insomma un numero incalcolabile sempre più in aumento di persone disperate, in crisi, depresse, che mancano dello stretto necessario, le malattie psicosomatiche sono in aumento come purtroppo i suicidi. Quello che ho provato a descrivere con queste righe non è che una parte di un vero e proprio bollettino di guerra, e nessuno nelle cariche più alte sembri fare veramente qualcosa di concreto per far fronte a tutto questo. Questa crisi è pilotata? Dai magnati della terra? Dio solo lo sa, non voglio inoltrarmi oltre… E noi credenti davanti a tutto questo? Faremmo bene ricordare che anche questi tempi (gli ultimi prima del ritorno del Signore) erano stati preannunciati, profetizzati dalla Parola di Dio: “Prima di questi giorni non c'era salario per il lavoro dell'uomo, né salario per il lavoro delle bestie; non c'era nessuna sicurezza per quelli che andavano e venivano, a motivo del nemico; e io mettevo gli uni contro gli altri”(Zaccaria 8:10); e ancora “Ecco, il salario da voi frodato ai lavoratori che hanno mietuto i vostri campi grida; e le grida di quelli che hanno mietuto sono giunte agli orecchi del Signore degli eserciti”(Giacomo 5:4), possiamo dire ad oggi che ovunque ci giriamo stiamo ascoltando queste grida…! Il Profeta Isaia scrisse : “Ecco, il SIGNORE vuota la terra e la rende deserta; ne sconvolge la faccia e ne disperde gli abitanti. Avverrà al sacerdote lo stesso che al popolo, al padrone lo stesso che al suo servo, alla padrona lo stesso che alla serva, a chi vende lo stesso che a chi compra, a chi presta lo stesso che a chi prende a imprestito, al creditore lo stesso che al debitore. La terra sarà del tutto vuotata, sarà del tutto abbandonata al saccheggio, poiché il SIGNORE ha pronunciato questa parola. La terra è in lutto, è spossata, il mondo langue, è spossato, gli altolocati fra il popolo della terra languono. La terra è profanata dai suoi abitanti, perché essi hanno trasgredito le leggi, hanno violato il comandamento, hanno rotto il patto eterno. Perciò una maledizione ha divorato la terra e i suoi abitanti ne portano la pena; perciò gli abitanti della terra sono consumati e poca è la gente che ne è rimasta. Il mosto è in lutto, la vigna langue, tutti quelli che avevano la gioia nel cuore sospirano. L'allegria dei tamburelli è cessata, il chiasso della gente in festa è finito, il suono allegro dell'arpa è cessato. Non si beve più vino in mezzo ai canti, la bevanda alcolica è amara ai bevitori. La città deserta è in rovina; ogni casa è serrata, nessuno più vi entra. Per le strade si odono lamenti, perché non c'è vino; ogni gioia è tramontata, l'allegrezza è andata via dal paese. Nella città non resta che la desolazione e la porta sfondata cade in rovina. Poiché avviene in mezzo alla terra, fra i popoli, ciò che avviene quando si scuotono gli olivi, quando si racimola dopo la vendemmia”(Isaia 24:4/13). E’ un quadro angoscioso ma di chiara lettura, nel quale il profeta raffigura la condizione della terra e a cosa i suoi abitanti andranno incontro, poiché la terra è sotto maledizione a causa del peccato dell’uomo con conseguenze inarrestabili: “tutti quelli che avevano la gioia nel cuore sospirano”, la gioia lascia lo spazio alla paura, all’insicurezza degli ultimi tempi a cui la terra e suoi abitanti andranno incontro (Luca 21:25/26; 34/36). Questi tempi non sono casuali, e non sono sfuggiti allo sguardo vigile di colui che è l’Onnipotente, Egli desidera che il suo popolo come tutta l’umanità impari a confidare in Lui solamente, non può e non deve essere, il nostro stomaco (Matteo 4:4) o il nostro portafoglio (1Tessalonicesi 5:3) a portare avanti la nostra vita, ma colui che è l’Onnipotente. Dobbiamo imparare ad affidarci a Lui totalmente, ne siamo capaci…? Lo abbiamo mai fatto…? Lo stiamo facendo…? Dio desidera questo! (Salmo 131). La difficoltà maggiore di ogni essere umano è quello di confidare in Dio totalmente in ogni tempo; “Confida in lui in ogni tempo, o popolo; apri il tuo cuore in sua presenza; Dio è il nostro rifugio”(Salmo 62:8), il Signore Gesù vuole insegnarci questo, sì, confidare in Lui e avere fiducia in Lui in ogni tempo. Lo stesso Davide scrisse ancora; “I passi dell'onesto sono guidati dal SIGNORE; egli gradisce le sue vie. Se cade, non è però abbattuto, perché il SIGNORE lo sostiene prendendolo per mano. Io sono stato giovane e sono anche divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato, né la sua discendenza mendicare il pane”(Salmo 37:23/25); l’esperienza di questo straordinario servitore che era Davide lo portò a dichiarare una verità consolante, e cioè che Dio non lascia e non abbandona nessuno dei suoi figli. Continuiamo ad essere figlioli onesti, ubbidienti a Lui, sottomessi come lo fu anche il profeta Elia, del quale vorrei ricordare due circostanze della sua vita molto significative, affinché per noi sia ancora di insegnamento e di incoraggiamento: “La parola del SIGNORE gli fu rivolta in questi termini: «Parti di qua, va' verso oriente, e nasconditi presso il torrente Cherit, che è di fronte al Giordano. Tu berrai al torrente, e io ho comandato ai corvi che là ti diano da mangiare». Egli dunque partì, e fece secondo la parola del SIGNORE; andò e si stabilì presso il torrente Cherit, che è di fronte al Giordano. E i corvi gli portavano del pane e della carne la mattina, e del pane e della carne la sera; e beveva al torrente. Ma di lì a qualche tempo il torrente rimase asciutto, perché non pioveva sul paese. Allora la parola del SIGNORE gli fu rivolta in questi termini: «Àlzati, va' ad abitare a Sarepta dei Sidoni; io ho ordinato a una vedova di laggiù che ti dia da mangiare». Egli dunque si alzò, e andò a Sarepta…”(1Re 17:2/10). Che grande insegnamento troviamo in questi versetti, se il profeta non avesse seguito la guida del Signore, non avesse ascoltato ciò che Dio gli stava chiedendo, se non avesse ubbidito e fosse andato altrove invece che là dove il Signore gli disse, Elia non avrebbe ottenuto nulla da Dio. La fede non guarda tanto alle circostanze ma guarda in ogni tempo a Dio (Salmo 121) e alle Sue meravigliose promesse (2Corinzi 1:20). Spesso succede il contrario a una mente che non viene più bagnata al fiume della Parola di Dio e ci si espone al pericolo di appoggiare la propria fede sulle circostanze e di farla dipendere da essa; “Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri. Non ti stimare saggio da te stesso; temi il SIGNORE e allontanati dal male; questo sarà la salute del tuo corpo e un refrigerio alle tue ossa”(Proverbi 3:2/5), non appoggiamoci sul nostro discernimento! L’apostolo Paolo è stato un altro di quei servitori che passando per diverse difficoltà poté scrivere nelle sue lettere: “Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza. Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica… Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno, secondo la sua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù”(Filippesi 4:11/13,19). Concludendo, di fronte ad ogni difficoltà che attraverseremo dovremo dire come dal versetto che dà inizio a questa riflessione: Sta scritto! Sta scritto! Nello sfidare ogni nostra difficoltà, abbracciamo “la spada dello Spirito che è la Parola di Dio” (Efesini 6:17), portando le nostre menti a far nostre le promesse del Signore di fronte a qualsiasi problema, e aspettandoci la vittoria “Ma grazie siano rese a Dio che sempre ci fa trionfare in Cristo…”(2Corinzi 2:14). Dio ci benedica!